Le Compagne cupole Sibylle & Ludmylle

Raffaela Rondini

 

Frankfurter Tor, Berlino, 27 gennaio 2013, ore 14.51

Registrazione nr. 8752

Ludmylle:  [canta]

Es war ‘ne lange kalte Zeit, du wohntest nah und doch so weit du warst damals in der DDR und ich dachte eh, wie schön das wär’ wenn die Mauer fällt, ja das wollen wir sehen und uns endlich gegenüber stehen. Wir waren doch Freunde, irgendwie verwandt, haben uns nur noch nicht gekannt… Era un tempo lungo e freddo. Tu abitavi vicino eppure lontano, allora, nella Repubblica Federale Tedesca e io pensavo come sarebbe bello se il muro fosse caduto. Sì, questo vogliamo vedere e poi desideriamo desideriamo finalmente stare di fronte uno all’altro. Eravamo amici, in qualche modo parenti, solo che non ci conoscevamo…

Sibylle: Udo Lindenberg, Damals in der DDR, Allora nella Repubblica Democratica Tedesca.

Ludmylle: Udo Lindenberg, già. Lo conoscono pure i sassi. Questo ritornello faceva anche da sigla ad un premiato documentario sulla DDR. Ed ora proprio a noi hanno chiesto di raccontare la Karl-Marx Allee da testimoni. Domani viene una troupe televisiva ad intervistarci per preparare una guida turistica sul nostro Viale. Ma cos’ è tutta ‘sta curiosità morbosa? Ma che vogliono sapere? E perché mai poi dovremmo proprio raccontare?Io li dirotterei tutti su Wittenbergplatz! Non se ne può più  dei soliti commentatori, sembrano sbarcati tutti direttamente da Eurodisney con un viaggio organizzato al risparmio, tipo Formula Roulette Eurodisney- Berlino Est, un bungee jumping percettivo a soli 99 euro! Li vedi tutti smarriti, sbattuti, increduli: Oddio, che spazio disumano! Madonna che vuoto cosmico! Gesù che grigio dispersivo! Signore che imponenza annichilente! Dov’è un McDonald’s, un bagno, un bancomat, una pizzeria al taglio, un Karstadt, un Desigual, un autobus a due piani…E che è ? Ma che ce li mandano a fare? Aquí  no tenemos Desigual, aqui esta todo simétrico! Claro? La pizza si mangia a Napoli et vous allez à la toilette chez-vous!La DDR non c’è più: basta! Via! Sciò! Go back to Zoo! Qui non c’è niente da vedere!

Sibylle: Certo che se domani ai giornalisti diciamo così, Ludmylle, hanno ragione a dire poi che noi dell’Est siamo un po’ selvatici. Se non ci sforziamo noi di  raccontare andranno a chiedere certamente alla Fernsehturm, la Torre della Televisione, al Palast der Republik, il Parlamento della DDR…

Ludmylle: Il Palast der Republik lo hanno già fatto fuori.

Sibylle: Ah già, vedi? Ci conviene parlare! Così riconoscono universalmente che siamo Patrimonio dell’Umanità  UNESCO e salviamo la pelle. E’ una questione di vita o di morte.

Ludmylle: In questo caso la compagna Ludmylle è pronta! Cominciamo dal nostro KaDeWe!

Sibylle: Prego?

Ludmylle: Humana First-Class Second Hand sta al KaDeWe come la Frankfurter Tor, Porta di Francoforte, sta a Wittenbergplatz. Il Regno del consumato fronteggia l’apoteosi del consumismo! Se non fosse per il reparto banane Humana e KaDeWe sarebbero praticamente equivalenti!Ma il cosiddetto Feinkost 6th Etage, specialità gastronomiche, noi non ce l’abbiamo: Humana ha solo 4 piani.

Sibylle: Quello che tu chiami reparto banane è il più raffinato e grande esempio europeo di alta gastronomia: 10.000 mq. di prodotti che arrivano freschi da ogni dove: caviali, formaggi, vini e bevande di ogni tipo, frutti esotici…

Ludmylle: Appunto banane.

Sibylle: Cucina francese, asiatica, italiana…

Ludmylle: Concettualmente sono tutte banane. 10.000 mq. di banane decadenti. E dai Sibylle, parla liberamente! Tu sai bene che dal punto di vista antropologico Humana è più interessante del KaDeWe. Abbiamo un reparto vintage al terzo piano ed anche vestiti da sposa.

Sibylle: Sì, con qualche macchia e qualche strappo sullo strascico…ma in fondo chi non ne ha?

Ludmylle: Orbene! Oltre ad avere un grande magazzino del popolo estremamente utile ed antropologicamente senza uguali abbiamo anche l’onore di mostrare al mondo intero Karl- Marx-Allee! Ecco a voi l’ unico grande Boulevard costruito in Europa nel dopoguerra! Gli Champs-Elysées, la via trionfale della nuova DDR, orgoglio da mostrare ai paesi fratelli ed ai paesi occidentali! Ed è con rinnovato orgoglio che le sottoscritte compagne Sibylle e Ludmylle sono state scelte dal Partito come le migliori  compagne cupole della DDR per presentarvelo!

Sibylle: Fa’ poco la spiritosa, Ludmylle, non abbiamo mai avuto alcun diploma d’onore dal partito. E’ da Berlino Ovest che ce lo chiedono.

Ludmille: Hanno ridiviso Berlino? Allora bisogna orientarli meglio! Juten Tag, Siamo Sibylle e Ludmylle, le due cupole della Frankfurter Tor!

Siamo Est Est Est, kapiert? Siamo cioè sul lato est della Karl-Marx Allee, che si trova ad est del quartiere operaio Friedrichshain della Berlino Est.

Siamo importanti, anzi, importantissime testimoni di ciò che è stata la Repubblica Democratica Tedesca. Si può dire che la DDR siamo noi.

Sibylle: Non esageriamo. Direi che la DDR non esiste più…

Ludmylle: Corretto.

Sibylle: Lasciami finire: la DDR non esiste più in quanto Stato, ma vive nei ricordi di noi che c’eravamo e dobbiamo ricordarci di dire che non siamo solo due cupole anonime, ma che nostro padre, l’architetto Hermann Henselmann aveva in mente le gemelle di  Gendarmenmarkt, opera di Carl Gontard, quando ci ha fatte. Ed ora Ludmylle ti prego, tu sei sempre stata anarchica: domani lascia raccontare me, che ho in mente un filo logico e cronologico e che non voglio problemi con Berlino Ovest.

Ludmylle: Ma allora hanno veramente ridiviso Berlino?

Sibylle: No, stai buona. Senti se ti piace questo inizio:

Caro visitatore,

Immagina la fine della guerra con una Berlino piena di macerie fisiche e morali.

Immagina  uno spazio sconfinato della distruzione e lo spazio mentale della necessità di andare avanti, come della vita che continua dopo la tragedia immane.

Immagina un popolo bombardato e sgomento che viene chiamato da Mosca, dove ha sede il suo nuovo Governo, a riscattarsi dalla vergogna del Nazismo per essere guidato ai valori della solidarietà e della pace.

Ludmylle: Sembra Imagine di John Lennon, vedrai che ai Wessis, quelli dell’ovest, piacerà.

Sibylle: Ecco, caro visitatore, immagina che  qui la vita non continua affatto, in verità, ma ricomincia: da zero.

Ludmylle: [ canta]

Auferstanden aus Ruinen 

Und der Zukunft zugewandt, 

lass uns dir zum Guten dienen,

 Deutschland EINIG Vaterland

( Risorti dalle rovine 

E rivolti al futuro,

Lascia che ti serviamo per il bene, 

Germania, patria UNITA )

 

Sibylle: Sto ripetendo il racconto della Storia che dobbiamo riferire domani ai giornalisti, Ludmylle, ed è una cosa seria.

Ludmylle: Io sto cantando il nostro inno, ed è una cosa serissima.

Sibylle: Immagina che proprio qui, in questa strada che corre da ovest ad est verso Francoforte sull’ Oder e poi oltre verso Mosca si decise di costruire la nuova scenografia del rinnovato universo politico e sociale della Germania Orientale. Questa strada è l’ equivalente di un decumano romano: i Romani costruivano le città orientandole lungo due grandi assi: il Cardo, che correva da nord a sud, ed il Decumano, che lo incrociava da ovest ad Est. Questa grande arteria si chiamava tutta Frankfurter Allee, perché andava, appunto, verso Francoforte sull’Oder.

Si prese un tratto di questa –  i 2,4 km. dalla Frankfurter Tor ad Alexanderplatz- e si decise di rinominarla intitolandola al Grande Fratello Stalin come omaggio per il suo 70° compleanno, il 21 dicembre del 1949. Questo tratto si chiamò allora Stalin Allee. La DDR nasceva il 7 ottobre 1949 e bisognava immediatamente organizzarsi per presentarla al meglio al mondo. Occorreva costruire uno scenario di unità nazionale, una struttura aggregante, costruire qui, letteralmente,  partendo da un chiaro messaggio architettonico, il Socialismo. La forma doveva essere sostanza, allora più che mai. Si allargò la carreggiata della strada nel tratto dalla Frankfurter Tor a Strausberger Platz fino a portarla a 90 metri. Grandiose dovevano essere le parate, affollate di popolo, rappresentanti del popolo e carri armati. Spettacolari quelle del Primo Maggio, festa dei lavoratori, garofani all’occhiello e tripudio di bandiere rosse, e del 7 ottobre, anniversario della Repubblica. Erano già iniziate le ricostruzioni degli edifici in stile Laubenganghäuser, ovvero delle case porticate, gli architetti  Ludmylle Herzenstein e Hans Scharoun avevano già costruito i palazzi di pochi piani ai civici 102, 103, 104, 126, 127 e 128 quando arrivò l’ordine da Mosca di cambiare immagine. Occorreva assolutamente rompere con l’architettura moderna: troppo nazionalista, troppo borghese, troppo individualista, troppo poco socialista. Questi palazzi, si disse con disprezzo, sembrano cartoni per le uova americani. Noi siamo ben altro! Venne intimato di ricoprire con dei teli di plastica i cantieri degli edifici che venivano ricostruiti secondo il vecchio stile, si piantarono degli alberi a nascondere quelli già eretti e fu bandito un concorso di architettura per la realizzazione della nuova, grandiosa, immagine socialista.

Ludmylle: Quindi quando Christo e Jeanne-Claude hanno ricoperto di un telo il Reichstag dal 27 giugno al 7 luglio 1995 non hanno fatto nulla di originale, in realtà, l’ idea dell’ impacchettamento era già nata nella nostra gloriosa Repubblica, come tante altre.

Sibylle: Non farmi perdere il filo. Stiamo parlando della nostra storia di allora. Bello fu giudicato il grande palazzo che fece nostro padre a Weberwiese, il cosiddetto Cigno Bianco, per via della sua altezza e delle sue eleganti maioliche di rivestimento color panna, completato nel 1952. Ricorda un po’ il classicismo di Schinkel, ma anche le nostre torri, fecero sapere da Mosca, avanti così, e presto! Lo Stile venne chiamato Barocco-Stalin o Torta Glassata, Zuckerbäcker, un imponente neoclassico, decorato con maioliche e stucchi.

Sei collettivi di architetti si aggiudicarono gli appalti della costruzione dei palazzi ad uso abitativo, tremila belle e confortevoli case per il popolo dovevano essere costruite in tempi record. Questi i nomi degli architetti responsabili dei progetti vincitori:  al primo posto Hegon Hartman, che costruì l’isolato B; secondo classificato Richard Paulick, al quale venne affidata la realizzazione dell’isolato C, universalmente ammirato per la sua armonia e simmetria. L’isolato C si trova tra la Strasse der Pariser Kommune e Koppenstrasse  e comprende gli spazi della famosa Karl Marx Buchhandlung, allora importantissima libreria e fervente centro culturale, la cui insegna sopravvive ancora, ed il celeberrimo, attivissimo e preziosissimo per la nostra memoria Café Sibylle, al civico 72, ex Milchtrinkhalle. Richard Paulick si occupò pure della costruzione in tempi record della Deutsche Sporthalle, la monumentale e moderna palestra che ospitò i III Giochi mondiali dei giovani e degli studenti nel 1951. Ci vollero solo 148 giorni per costruirla.

Ludmylle: Un vero record! Eh, per lo sport cosa non si fece! La nostra DDR amava lo Sport!

Sibylle: Terzo  Hanns Hopp.

Ludmylle: Che bel nome sportivo! Terzo in cosa?

Sibylle: Terzo architetto classificato al concorso, al quale dobbiamo gli isolati G ed E, qui vicino a noi. Stiamo parlando del concorso degli architetti per costruire gli isolati monumentali.

Ludmylle: Veramente si stava parlando di sport.

Sibylle: Della Sporthalle, casomai: della palestra Ludmylle, perché la costruì Richard Paulick. Questa si trovava tra l’isolato B e l’isolato C e poteva ospitare 4000 visitatori, ricordi?

Ludmylle: Certo che mi ricordo!

Sibylle: In quarta posizione Karl Souradny, autore dell’isolato F, proprio accanto alla Frankfurter Tor.

Ludmylle: Ma non si stava parlando della Sporthalle?

Sibylle:: L’ho già detto! La Sporthalle è stata costruita nel 1951. Devo dire che di fronte, sull’altro lato del viale c’era la statua di Stalin?

Ludmylle: Notoriamente sportivo: stava lì a controllare il regolare svolgimento delle gare… No,devi dire che non c’è più, altrimenti tutti si mettono a cercare la Sporthalle. Già mi sembra di sentirli i disney-turisti. Excuse-me Sie bitte, wo ist die Sporthalle?

Sibylle: Quinto, but not least, Kurt W. Leucht, che progettò l’isolato D.

Ludmylle: Sei ossessiva Sibylle, tu ed i tuoi isolati… Parliamo della Deutsche Sporthalle!

Sibylle: Io ossessiva? Dimmi tu cosa vuoi che dica ancora sulla tua Sporthalle che facciamo prima! Io lo so dove vuoi andare a parare! Si comincia un discorso normale e tu ti diverti a rompere il ritmo, salti di palo in frasca coi tuoi buzzurri sillogismi! Io ti sopporto, e va bene! Ma ora il tempo stringe e la mia pazienza è finita! Per domani dobbiamo avere un discorso logico e coerente sulla nostra repubblica! Co-e-ren-te! Capisci? Ora tira fuori questa storia degli sterodi anabolizzanti, così ci togliamo questo dente e non ne parliamo più! Sei scontata! Fastidiosa e scontata!

Ludmylle: E tu sei nervosa Sibylle, perché ti sforzi di trovare una congruenza laddove una congruenza non c’è.  Anche se ordini tutti i tuoi isolati monumentali fra di essi trovi sempre delle sorprese! E comunque non volevo affatto parlare delle pillole blu. Il Turinabol è arrivato negli anni ’70 e ’80, come sai. La Sporthalle è stata buttata giù nel 1971 perché instabile. Era solo questo che volevo dire. Magari avrei aggiunto che la statua di Stalin non ebbe a dispiacersene perché era stata  a sua volta rimossa già 10 anni prima…Non ci sarà mica da prendersela così, per una palestra! Dai, vai avanti col discorso degli isolati.

Sibylle: Ho finito.

Ludmylle: Hai dimenticato l’isolato A.

Sibylle: Ah, già. Di quello si occupò, fuori concorso, honoris causa, nostro padre, l’architetto Hermann Henselmann. A lui affidarono la costruzione della Strausberger Platz, il cosiddetto isolato A, e  della Frankfurter Tor. L’alfa e l’omega del tratto monumentale di massima rappresentanza della Stalin Allee.

Sulla Strausbergerplatz tutte le nostre generazioni frequentarono più o meno regolarmente la Haus des Kindes, la Casa del  Bambino, operativa fino al 1990. Qui c’era tutto o quasi quello di cui i piccoli dovevano aver bisogno: si acquistavano vestiti, giochi, tutto ciò che serviva per la scuola, si andava al teatro dei burattini, al bar  per soli bambini, su al 13° piano, dove gli adulti potevano godersi la spettacolare vista sulla nostra Berlino – ma solo se accompagnati dai piccini. Alla costruzione di tutti i  palazzi venne chiamata la popolazione stessa, molte le donne, perchè non uccise sul campo, non prigioniere e non mutilate. Risposero all’appello 10.000 volontari. Una trentina erano le principali suddivisioni dei lavori.

Tra i muratori c’era, per esempio, chi impastava il cemento, chi si occupava di costruire le impalcature, c’erano poi gli specialisti delle fondamenta, i trasportatori di materiali, a loro volta divisi in categorie, poi avevamo il gruppo degli asfaltatori del viale… E una volta ultimate le strutture arrivavano gli imbianchini, gli idraulici, i piastrellisti, i caldaisti, gli elettricisti… Tanti, tantissimi lavoratori. Partecipando attivamente  nutrivano la speranza di vincere un appartamento alla lotteria. Sì, proprio così. Alla lotteria. Oppure per meriti di lavoro. Ogni famiglia riceveva un quadernino dal titolo Libro d’Onore della Famiglia e dal sottotitolo Perché amiamo la nostra madrepatria Germania aiutiamo la nostra capitale Berlino ed al suo interno venivano raccolti i timbri di presenza al cantiere. Ogni trecento ore di lavoro si riceveva un biglietto della lotteria. Moltissimi i biglietti vincenti.

Una grande campagna propagandistica incitava i lavoratori con slogan del tipo Non sognare una bella Berlino! Costruiscila!,  Questi i primi risultati! Ed ai secondi partecipi anche tu!, Ce la puoi fare! Parola di Orso! e sul manifesto L’ orso, simbolo di Berlino, che trasportava i mattoni. E poi  E allora dai!. Gli appartamenti dovevano essere dotati di ogni comodità: bagno, fornello per cucinare, riscaldamento centralizzato, alcuni avevano addirittura il telefono e…

Ludmylle: E, sballo degli sballi, l’ a-scen-so-re! Inspiegabile il trip che rappresentava allora l’ascensore!

Sibylle: E con quel freddo, il riscaldamento era considerato un vero lusso. Il bagno in casa, poi, era un’ assoluta esclusiva modernità. Basta con la condivisione del bagno sul pianerottolo! Quale che fosse il mito fondante del socialismo berlinese del 1952, tutti vi lavorarono assiduamente.

Ludmylle: [ canta]

Lasst uns pflügen, lasst uns bauen,

Lernt und schafft wie nie zuvor,

Und der eignen Kraft vertrauend,

Steigt ein frei Geschlecht empor

( Lasciateci arare i campi e costruire le case,

Imparate a costruire come mai prima,

Fiducioso nella propria forza,

Si leva un popolo libero )

Sibylle: Io sto cercando di raccontare la Storia e tu interrompi di continuo.

Ludmylle: Non ti sto interrompendo: sto sostenendo il tuo racconto accompagnandoti col nostro inno.

Sibylle: Facciamo così Ludmylle: se domani ho bisogno della colonna sonora ti avverto.

Ludmylle: Tra i miti fondatori hai dimenticato l’aspirapolvere!

Sibylle: Devo dire che c’era molta polvere nei cantieri?

Ludmylle: Eccome! Tutte quelle povere donne a rovistare fra le rovine per cercare dei mattoni ancora utilizzabili e a ripulirli, prima di presentarli come buoni. Come aspirapolvere intendevo comunque proprio l’aspirapolvere. Quell’elettrodomestico oggi così comune che invece allora rappresentava una novità fantascientifica e che venne promesso in dotazione agli alloggi. Ogni comfort, era la parola d’ordine, in premio ai lavoratori avviati verso la modernità. In cambio Barba a Punta chiedeva al popolo fedeltà al Partito.

Sibylle: Se dici Barba a Punta, Ludmylle, domani nessuno capisce niente: lascia parlare me.

Ludmylle: Walter Ulbricht, in quegli anni  segretario del SED, Partito Unico Socialista Tedesco, e più tardi anche nostro Presidente. Chi non conosce Barba a Punta? C’è anche da Madame Tussaud! I disney-turisti ci si possono perfino fare una foto assieme.

Sibylle: Con una festa nella Staatsoper il 21 dicembre 1952 vennero date le chiavi di casa a 667 operai, 322 impiegati e 149 funzionari dirigenti, molti dei quali si erano distinti come migliori lavoratori. I primi 70 inquilini presero poi solennemente possesso dei nuovi appartamenti con una entusiasmante cerimonia di inaugurazione il 7 gennaio 1953. Sembrava l’inizio di un grande anno, ma improvvisamente  il 5 marzo “ il cuore del più grande uomo della nostra epoca, il compagno Josif Wissarionovic Stalin” cessò di battere. Così titolava il quotidiano Neues Deutschland listato a lutto. Fu per tutti un grave colpo. Ci sentimmo veramente di nuovo orfani di un capo. Il 9 marzo fecero una lunghissima, contritissima marcia funebre qui sul viale e lasciarono  un gran numero di mazzi di fiori ai piedi della statua di Stalin. Il SED, in realtà, non ci abbandonava affatto. Si era già riunito nella sua Seconda Conferenza di Partito nel 1952 per prendere importanti decisioni sulla via della Costruzione del Socialismo.

Questa consisteva in un grande rafforzamento della industria pesante ai danni della produzione dei beni di consumo, che diminuirono in quantità ed aumentarono molto di prezzo. Una tavoletta di cioccolata che ad Ovest costava 50 centesimi ad Est costava 8 marchi. Gli aiuti del piano Marshall da noi, naturalmente, non arrivavano. Venne inoltre proposto all’inizio di giugno l’innalzamento del 10%  delle norme di lavoro a svantaggio dei lavoratori  che sarebbe  decorso dal 30 giugno, accompagnato dalla diminuzione dei salari. Lo scontento serpeggiava e si ingrossava nei cantieri della Stalin Allee. Non si riusciva più a lavorare bene. Venne scritta una lettera di protesta, ma questa rimase inascoltata.

I 45.000 lavoratori della Stalin Allee iniziarono allora uno sciopero il 16 giugno 1953 che culminò il 17 giugno. Marciarono dal nostro grande viale, esattamente da Strausbergerplatz, fino al Palazzo dei Ministeri, all’angolo tra la Leipzigerstraße e la Wilhelmstraße. Quello che fino a pochi anni prima era il Ministero dell’Aeronautica del Reich e che oggi è invece il Ministero delle Finanze.

Ludmylle: Un bel po’ di strada! Fino quasi a Potsdamerplatz!

Sibylle: E man mano il corteo si ingrossava! Si unirono subito i lavoratori edili del cantiere dell’ ospedale di Friedrichshain, i metalmeccanici, gli elettricisti e poi tanti altri.

Ludmylle: [canta]

Alte Not gilt es zu zwingen

Und wir zwingen sie vereint

( L’antica miseria è da eliminare

E noi la elimineremo stando uniti )

Sibylle: In 100.000 marciarono sotto  la pioggia scrosciante.

Ludmylle: Praticamente un fiume in piena!

Sibylle: Si cominciò col rivendicare migliori condizioni di lavoro e si finì col richiedere libere elezioni e la riunificazione della nazione. La manifestazione si allargò ad altre città della Germania Orientale e trovò solidarietà anche nella Berlino Ovest. La RIAS, la radio americana della Berlino occidentale, trasmetteva da Schöneberg la cronaca della sollevazione e, così facendo la sosteneva ed alimentava.

Ludmylle: [canta]

Wenn wir brüderlich uns einen,

Schlagen wir des Volkes Feind

( Se ci uniremo fraternamente

Batteremo i nemici del popolo )

Sibylle: Il regime rimase dapprima basito. Chiamò poi a sedare la rivolta, quando ormai questa  era ampiamente divampata, i carri armati sovietici.

Ludmylle: Pessima idea.

Sibylle: I 600 carri armati ed i 20.000 soldati sovietici che coadiuvavano i 15.000 agenti di polizia tedeschi irritarono ancora di più la folla.

Ludmylle: [canta]

Glück und Frieden sei beschieden

Deutschland unserm Vaterland

Alle Welt sehnt sich nach Frieden,

Reicht den Völkern eure Hand 

( Gioia e pace siano destinate

Alla Germania, nostra patria

Tutto il mondo anela alla pace

Porgete dunque ai popoli la vostra mano )

 

Sibylle: La protesta diventò sempre più politica . A nulla valse l’annuncio che si sarebbero immediatamente ritirate le famigerate norme. I manifestanti non mostravano più alcuna fiducia nel governo. Persero in quei giorni la vita sicuramente 55 dimostranti, per scontri diretti ed altrettante sembrano essere le vittime indirettamente coinvolte. A tutt’oggi si ignora il bilancio preciso dei morti. Pare che circa 7500 vennero arrestati e di questi 1200 processati, quattro addirittura giustiziati.

Ludmylle:  [canta]

Lasst das Licht des Friedens scheinen,

Dass nie eine Mutter mehr

Ihren Sohn beweint

Ihren Sohn beweint

( Fate brillare la luce della pace,

Che mai più una madre

Debba piangere il proprio figlio caduto,

Mai più debba piangerlo )

Sibylle: Il 17 Giugno viene ricordato come l’anniversario della prima sollevazione della DDR e come il primo passo verso la riunificazione delle due Germanie. Il lungo viale che attraversa tutto il Tiergarten si chiama significativamente ancora oggi Viale 17 Giugno. La morte di Stalin, la Rivolta del 17 Giugno e il Nuovo Corso di Nikita Chrutschow segnarono la fine del grande quanto breve sogno architettonico. La magnificenza si fermò definitivamente a Strausbergerplatz. Il tratto di Stalin Allee da Strausbergerplatz ad Alexanderplatz venne realizzato poi in fretta e senza più alcuna pretesa, con quei tipici fabbricati modulari di edilizia popolare, i cosiddetti Plattenbauten.

Ludmylle: Un sogno interruptus.

Sibylle: Già. Oggi questo tratto di Karl-Marx-Allee che da Strausbergerplatz porta ad Alexanderplatz misura 180 metri di larghezza, il doppio del già ampio primo tratto di viale da Frankfurter Tor a Strausbergerplatz. Si ha l’impressione che sia una piazza d’armi che vada a congiungersi alla altrettanto immensa Alexanderplatz. Una grandezza spropositata. C’è il cinema International, il colossale Hotel Berolina e si intravede, dietro, il Municipio di Mitte, quartiere centrale della città.

Ludmylle: E poi c’è qualche minuscola anima errante. Quando soffia il vento dalla Siberia qui si gela. Le povere anime non possono  più neanche trovare rifugio al Kafé Moskau, perché apre oramai solo per eventi eccezionali, ed il vento della Siberia non è fra questi. Negli anni ’60 sì che c’era movimento al Kafé Moskau!

Sibylle: Nel 1961-1962 venne costruito qui vicino a noi anche il  Kino Kosmos, il cinema più grande e moderno della DDR, ti ricordi?

Ludmylle: Certo che mi ricordo! 1001 spettatori di capienza! Esiste ancora, al civico 133, ma non più come cinema. E’ un teatro per conferenze.

Sibylle: E la notte tra il 13 ed il 14 novembre 1961, te la ricordi? Stalin era ormai morto da 8 anni ed eravamo nel pieno della cosiddetta destalinizzazione. Avevano finalmente scoperto in Unione Sovietica che il suo regime di Gulag e  Terrore aveva ucciso milioni di russi. Chi riuscì a dormire quella notte si addormentò nella Stalin Allee per risvegliarsi l’indomani nella Karl-Marx Allee.

Ludmylle: E come potrei dimenticarla! Helter-Skelter! Quella notte tolsero pure lo Stalin di bronzo alto 4,60 mt del peso di 2,5 tonnellate che era  tra Andreasstraße e Koppenstraße, di fronte alla palestra che tanto ti irrita, ed il bronzo lo utilizzarono poi per le sculture del Tierpark.

Sibylle: Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma e non è la Sporthalle che mi irrita, bensì il tuo modo di raccontare!

Ludmylle: Un orecchio ed un pezzo di baffo sono stati salvati, però, trafugati  quella notte da un impavido operaio, Gerard Wolf, e si trovano ancora oggi al museo del Café Sibylle.

Interessante per i disney-turisti potrebbe essere il fatto che si può acquistare per 10 euro una copia dell’orecchio della statua di Stalin, come souvenir proprio al Café Sibylle. Un pensierino per il capoufficio da Berlino.

Sibylle:: Certo che se continui a chiamarli disney-turisti poi domani ti sbagli e fai una gaffe, i visitatori si offendono e non ci vengono più a trovare!

Ludmylle: E chi se ne fre..ehm, ma guarda che i disney-turisti mi sono simpatici. Io li chiamo così con affetto…Hai presente quando prendono simpaticamente a noleggio le nostre Trabi, e vanno simpaticamente in corteo strombazzando? Ecco, si divertono simpaticamente, loro, così. Si credono in quelle scatolette di plastica di possedere un momento della storia, si esaltano simpaticamente sui nostri motori a due scoppi come i bambini sulle giostre. Che vuoi farci? Non puoi mica prenderli simpaticamente tutti a sberle, bisogna amarli così, simpaticamente, come sono!

Sibylle: Sai cosa è mancata a noi Ludmylle?

Ludmylle: Beh, intanto una economia seria, poi una classe politica onesta, la vitale libertà …

Sibylle: Ed una certa spensieratezza.  A noi non era permessa. Noi siamo nati con obiettivi, programmi, impegni, discussioni collettive. Siamo stati costantemente caricati di responsabilità e frustrazioni fin dall’infanzia. Ti ricordi il vasino collettivo? Già dall’asilo dovevi aspettare che tutti avessero finito di farla prima di poterti alzare. La mortificazione delle pulsioni del singolo, considerato sempre e solo un piccolo elemento di un unico grande ingranaggio. Mai che si potesse dire io, bisognava esprimersi sempre alla prima persona plurale o al massimo alla terza singolare, intendendo il Partito, lo Stato, il nostro Presidente.

Ludmylle: Vero. Tutto ciò ti appesantisce, ti schiaccia.

Sibylle: Ecco. Il nostro viale fu sempre specchio della nostra Storia. Man mano che l’economia prima stagnava, negli anni ’70, e poi rovinosamente peggiorava, negli anni ’80, si staccavano anche le belle maioliche dai monumentali palazzi. Man mano che le importazioni dei beni di consumo diminuivano si intristivano pure le vetrine dei negozi. Se l’industria agonizzava soffocata dai suoi stessi fumi tossici e dalla mancanza di investimenti, una certa fuliggine arrivava fin qui. Persino il Politbüro si era trasferito a Wandlitz, in campagna e nella sua bella residenza non si faceva mancare nulla. La Karl- Marx Alle rimase nel tempo nient’altro che uno sfondo fisso delle grandi parate sempre più prive di significato. Cominciammo a chiamarla con disprezzo “ il bagno di Stalin”, per via delle piastrelle. E tanto più si scollava il consenso tra i governanti ed i governati, tanto più eccessivi si  i grandi raduni collettivi sul nostro viale. Il nostro portentoso Duosan, l’attaccatutto universale, tentò disperatamente di riattaccare maioliche e politica, ma le critiche e le crepe si moltiplicavano. Duosan Allee, ci chiamavano anche. Che tristezza! Ultimo disperato serbatoio di consenso e di illusioni rimanevano i giovani, speranza del regime.

Ludmylle: [canta]

Deutsche Jugend, bestes Streben

Unseres Volks in dir vereint

( Gioventù tedesca, 

Le migliori ambizioni del nostro popolo 

Sono in te riunite )

Sibylle: Eh, no Ludmylle. Dal 1972 il nostro Inno non si cantò più. Vietato. In polemica con l’affermazione di Willy Brandt, che diceva: “ Ma come non volete la riunificazione della Germania! La cantate pure nella prima strofa del vostro inno: Deutschland einig Vaterland!?”.

Da allora basta! Coro muto! Solo strumentale! Fino alla fine della nostra Repubblica.

Ludmylle: [canta]

M-m M-m, m-m M-m

M-m M m m m-m

Sibylle: Proprio così.

Ludmylle: In compenso cantava da matti la mitica FDJ,  Libera Gioventù Tedesca! Camicia azzurra, fazzolettone rosso al collo e tanto entusiasmo!

Sibylle: [canta]

Lobt das Lernen, wehrt das Wissen

preist des Volkes Schöpferkraft

Uns’re Zeit greift nach den Sternen

Ehr’ und Ruhm der Wissenschaft

( Lodate l’apprendere, difendete il sapere

Lodate lo spirito creativo del popolo

Il nostro tempo stende la mano verso le stelle

Onore e gloria della scienza )

Ludmylle & Sibylle::  [cantano]

Vorwärts Freie Deutsche Jugend

der Partei unser Vertrau’n

an der Seite der Genossen

woll’n wir heut’ das Morgen bau’n

woll’n wir heut’ das Morgen bau’n

( Avanti Libera Gioventù Tedesca

Fiducia del nostro Partito

Al fianco dei compagni 

vogliamo oggi costruire il domani

vogliamo oggi costruire il domani )

Ludmylle: [canta]

Lernt im Geiste Thälmanns Kämpfen

für die junge Republik

Uns’re Zeit braucht Herz und Hände

und der Frieden braucht den Sieg

( Imparate a combattere nello spirito di Thälmann

Per la giovane repubblica

Il nostro tempo ha bisogno di cuori e mani

E la pace ha bisogno della vittoria )

 

Ludmylle & Sibylle: [cantano]

Vorwärts Freie Deutsche Jugend

der Partei unser Vertrau’n

an der Seite der Genossen

woll’n wir heut’ das Morgen bau’n

woll’n wir heut’ das Morgen bau’n

( Avanti Libera Gioventù Tedesca

Fiducia del nostro Partito,

Al fianco dei compagni 

vogliamo oggi costruire il domani

vogliamo oggi costruire il domani )

 

Sibylle: [canta]

Seid bereit und kampfentschlossen

wenn Gefahren uns bedroh’n

Uns’re Zeit will Glück und Frieden

Freundschaft zur Sowjetunion

( Siate pronti e risoluti nella battaglia

Se i pericoli ci minacciano

Il nostro tempo vuole felicità, pace e amicizia

Verso l’Unione Sovietica )

Ludmylle & Sibylle: [cantano]

Vorwärts Freie Deutsche Jugend

der Partei unser Vertrau’n

an der Seite der Genossen

woll’n wir heut’ das Leben bau’n

woll’n wir heut’ das Leben bau’n

( Avanti Libera Gioventù Tedesca

Fiducia del nostro Partito,

Al fianco dei compagni

Vogliamo oggi costruire la vita

Vogliamo oggi costruire la vita )

 

Sibylle: Era aberrante, agghiacciante, allucinante, e questo è evidente, ma era anche magnifico!

Ludmylle: Perché eravamo giovani. La Storia è fatta sempre anche di tante storie. A volte ci passano sulla testa governi mostruosi e nel cuore restano però bellissimi ricordi.

Sibylle: Aspetta, aspetta! Come faceva:

[canta]

Bau auf! Bau auf! Bau auf! Bau auf!

( Costruiamo! Costruiamo! Costruiamo! Costruiamo! )

Ludmylle: [canta]

Freie Deutsche Jugend, bau auf!

( Libera Gioventù Tedesca, costruiamo! )

Sibylle & Ludmylle:  [cantano]

Für eine bess’re Zukunft richten wir die Heimat auf!

Deutsche Jugend, steh deinen Mann

( Risolleviamo la patria per un futuro migliore!

Gioventù tedesca, rimani forte! )

Sibylle: Cosa dovevamo oramai poi costruire  che era tutto uno sfacelo!

Ludmylle: Fino all’ultimo abbiamo festeggiato qui sul viale! Nel 1986 il 40° Compleanno della FDJ!  Nel 1987 diceva ancora il Presidente Honecker: “ Nonostante tutto la nave è salda e va dritta alla meta!”.

Ludmylle:  Sì, sì come no! E poi c’è stato il 40° compleanno della DDR! Proprio nel 1989! E poi il Presidente si dimise.

Sibylle: Certo che mentre noi cantavamo Vorwärts Freie Deutsche Jugend i giovani dell’altra  Berlino e di tutto il mondo normale ascoltavano, cantavano e suonavano musica da giovani normali.

Ludmylle:  Da un certo punto di vista abbiamo perso molto. SIn un altro senso, però, essendo a noi proibito praticamente tutto ciò che era bello, abbiamo sì sofferto per ogni minima conquista, ma tutto questo sforzo, a vederlo adesso, era poesia pura.

Ludmylle: Vuoi mettere un Punk di Savigny Platz con un Punk della Frankfurter Tor? Modestia a parte, poesia pura!

Sibylle: E questo soffrire insieme, sognare insieme, questo cercare il coraggio di fidarsi, laddove sbagliare amicizie poteva portare guai seri, non ci ha forse uniti in modo così profondo ed indescrivibile per sempre?

Ludmylle: E quella gioia pura quando si vedeva un sottile raggio di sole filtrare nel fitto del bosco? E quando ci si aggrappava a quel filo di luce? E quando la mancanza diventava improvvisamente pienezza?

Sibylle: Non sempre, non tutti siamo riusciti a farci strapazzare dalle privazioni, a farci sbattere fino agli estremi ed a mantenerci comunque equilibrati e sani. Ma chi di noi ci è riuscito ne è uscito fortificato per sempre.

Ludmylle: Un darwinismo dell’anima…

Sibylle: Un ampliamento della nostra coscienza, nostro malgrado. Un buddismo socialista.

Ludmylle: E’ il nostro segreto piantato dentro e che non si può spiegare.

Sibylle: E noi lo custodiamo. Prezioso ed inafferrabile come l’amore. Indescrivibile. Il nostro istinto vitale.

Ludmylle: Avevamo buone scuole, eravamo abituati ad impegnarci, a lavorare dopo la scuola, ad arrangiarci fin da piccoli da soli, perché le nostre madri lavoravano. Avevamo certamente il senso del gruppo e del sacrificio. Fin troppo. Se pensiamo a quest’infanzia di oggi: Pippi Calzelunghe con difficoltà di apprendimento. Niente regole, niente voti, orsetti di gelatina et circenses…

Sibylle: Adesso che siamo uniti, se vogliamo evitare la guerra civile educativa, bisognerà prendere a modello una terza via, una delle nostre grandi realtà ed applicarla al sistema Berlino.

Ludmylle: Ma come parli?

Sibylle: Mi alleno nella retorica politica. Domani ci becchiamo di sicuro la domanda sui giovani. Fanno sempre così quando non sanno più cosa dire. E noi ci prepariamo già le risposte, come faceva Barba a Punta. Scegliamo un modello: prendi per esempio Amb…

Ludmylle: Provinciale!

Sibylle: Non mi hai neanche fatto finire! Prendi allora Fran…

Ludmylle: Provinciale!

Sibylle: Il modello bavarese, allora!

Ludmylle: Oddio che fastidio i Bavaresi! Sempre col braccio alzato!

Sibylle: Nazisti?

Ludmylle: No, primi della classe! Sono meno socialisti degli Svizzeri. Ma perché non fanno una bella Confederazione Elvetico-Bavarese e non ce li tolgono dai piedi?

Sibylle: Ludmylle sei impazzita? Wir sind EIN Volk! Siamo UN popolo!

Ludmylle: Sì, ma sono loro che alzano sempre la mano! Si lavora tutti insieme! Non hanno mai fatto le ricerche di gruppo a scuola?

Sibylle: Ludmylle? Pssst…Mmmmm….Psssst… ( incomprensibile)

Ludmylle: Afonia apoplettica? Gesticoli come un napoletano, che ti succede?

Sibylle: Mmmmm….Pssst….( incomprensibile)

Ludmylle: Non devo parlare? Ah! Hai paura che sia rimasta una cimice? Vedi che ti fanno quarant’anni di dittatura? Un popolo paranoico! Dopo la caduta del muro sono venuti a bonificarci, non ti ricordi? Le hanno tolte le cimici, i Wessis! E poi chi dovrebbe ascoltarci?

 

Sibylle: Wschmschn….( incomprensibile)

Ludmylle: La lavatrice? La lavatrice ci ascolta? Ma cosa stai dicendo?

Sibylle: Mmmmm….Fluss….psst…( incomprensibile)

Ludmylle: La lavatrice sul fiume?

Sibylle: Jmss…Bondssst…( incomprensibile)

Ludmylle: James Bond nella lavatrice sul fiume! Ah il Kanzleramt! I Servizi Segreti del Governo ci stanno ascoltando?

Sibylle: Psstt…

Ludmylle: Hai visto troppi film sulla DDR Sibylle! Hallo ascoltatori dei Servizi Segreti! Se voi che ci ascoltate volete punirci venite domani assieme ai giornalisti vestiti con pantaloni alla zuava, calzettoni di lana, scarponi, camicia a quadrettoni, bretelle e cappello alpino. Allora noi, vedendovi da lontano, capiremo  che ci volete deportare per 5 anni nel sistema scolastico bavarese e  imploderemo, all’istante, con dignità. Se invece vorrete salvarci come Patrimonio dell’Umanità, esibite bene da lontano una bottiglia dell’amaro ungherese Unicum ( lo trovate all’enoteca ungherese al civico 112). Allora festeggeremo insieme!

Sibylle: Ma perché quella volta nostro padre non ha fatto solo me?

Ludmylle: Ma perché a parte l’amaro Unicum, che è unico, il confronto è sempre vitale! E’ la Democrazia, bellezza! Dovresti saperlo!

Sibylle: Telefono al Café Sibylle, ordino due birre e due zuppe di lenticchie?  E i modellini degli isolati che ci servono per domani.

Ludmylle: Sì per la zuppa e la birra, ma i modellini degli isolati…?

Sibylle: Sì: A, B, C, D, E, F e G, così si ricorderanno meglio la sequenza.

Ludmylle: I Wessis non sapranno le tabelline, ma l’alfabeto sì, dai. Almeno fino alla G di sicuro.

Sibylle: Sì ma l’isolato A è a Strausbergerplatz, loro partono da noi, da G. Quindi devono ricordare la sequenza al contrario: G, F, E, D, C, B, A. Non ce la possono fare.

Ludmylle: Già. Non sono abituati ad andare all’indietro. Senti come sono veloce io! GFEDCBA!

Sibylle: Sì, così sono capaci pure a Kreuzberg! Più veloce!

Ludmylle: GFEDCBA!

Sibylle: Diploma al merito alla compagna lavoratrice Ludmylle per il lavoro retrogrado perfettamente riuscito!

Ludmylle: Grazie.

Sibylle: Ma dai, come si fa a farli camminare per 2,4 Km? Non sono abituati!

Ludmylle: Uchis’ marshiruya!

Sibylle: Non capiscono il russo.

Ludmylle: Learn by marching! Mettiamoli sul lato sud, che è più vario. E poi bisogna dar loro dei piccoli obiettivi, come ai Pionieri, i piccoli dei FDJ, e poi facciamoli cantare!

Sibylle: Fröhlich sein und singen? Felici cantando?

Ludmylle: Jawohl!

[canta]

https://www.golyr.de/volkslieder-ddr/songtext-pioniere-voran-451425.html

Hell scheint die Sonne und leicht ist unser Schritt

Froh ist der Schlag unser Herzen;

Zieht doch die Freude an unserer Seite mit,

Singen und Lachen und Scherzen

( Il sole brilla, luminoso e leggero il nostro passo

Lieto è il battito del nostro cuore;

Segue la gioia al nostro fianco

Cantare, ridere e scherzare )

Se cantano di continuo tutta la prima strofa, con buon passo almeno quattro volte, arrivano alla fine dell’isolato G e nemmeno se ne accorgono.

Ludmylle: Poi all’isolato F facciamo loro cantare, sempre per quattro volte,

Sibylle: Aspetta! Fammi indovinare!

[canta]

Pioniere, voran lasst uns vorwärts gehen!

Pioniere, stimmt an, lasst die Fahnen wehen

Unsre Strasse, sie führt in das Morgenlicht hinein

Wir sind stolz Pioniere zu sein!

( Pionieri, avanti, andiamo avanti!

Pionieri, intonate il canto, fate scuotere le vostre bandiere al vento

La nostra strada conduce alla luce di un nuovo giorno

Siamo fieri di essere pionieri! )

Ma se si rifiutano? Sono pur sempre adulti, anche se Wessis.

Ludmylle: Rifiutarsi? Ci mancherebbe! E’ un corteo storico! Devono immaginare di sfilare davanti ai nostri Presidenti: Wilhelm Pieck! Walter Ulbricht! Willi Stoph! Erich Honecker! Egon Krenz!…Solo così possono afferrare il senso delle nostre grandiose parate! Ecco! Praticamente sono già quasi all’isolato E e già si sentono parte della strada. Al civico 108 c’è l’imbiss aperto dalle 7 alle 16 dal lunedì al venerdì. Si spiega loro che è l’unico e se restano inebetiti glielo si ripete. Discuteranno sulla filosofia dell’orario di apertura, poi nella migliore delle ipotesi mangeranno. Prima che ci strameledicano per averli intossicati, li si rimanda un passo indietro al civico 112 a prendersi un digestivo ungherese.

Sibylle: Un paio di bicchierini e si riparte!

[canta]

Siehst du die Lerche dort unterm Himmelzelt?

Fliege mit ihr in die Fernen;

Fliege mit ihr über Berg und Tal und Feld,

Hoch zu dem Mond und den Sternen.

( Vedi l’allodola là sotto la volta celeste?

Vola con lei in paesi lontani

Vola con lei oltre monti, valli e campi,

Su fino alla luna e alle stelle )

 

Ludmylle: Fantastico! Vedi come sono felici? E sono quasi all’ isolato D! Prima di arrivare all’isolato D dovrebbero guardare sul lato opposto della strada a Weberwiese il famoso Cigno Bianco. Molti  palazzi sono stati restaurati da una decina d’anni e si ripresentano nel loro antico splendore! Che meraviglia!

Sibylle:Ma perché non guardano a destra? Sono piantati lì davanti ad un cartone per le uova americano! Cosa leggono?

Ludmylle: Sono al civico 104. Hanno ritrovato una categoria di pensiero a loro familiare e vi ci sono aggrappati. Sono davanti ad un locale per la ceretta brasiliana: ci sono i dépliants coi prezzi e stanno facendo i confronti con quelli dei loro estetisti.

Sibylle: Oh, no! Se entrano nel negozio ce li perdiamo per sempre! Presto, subito! Riattaccare col ritornello!

Ludmylle: [canta]

Pioniere, voran lasst uns vorwärts gehen!

Pioniere, stimmt an, lasst die Fahnen wehen!

Unsre Strasse, sie führt in das Morgenlicht hinein;

Wir sind stolz Pioniere zu sein!

( Pionieri, avanti, andiamo avanti!

Pionieri, intonate il canto, fate scuotere le vostre bandiere al vento

La nostra strada conduce alla luce di un nuovo giorno

Siamo fieri di essere pionieri! )

 

Ludmylle: Almeno 6 volte. Ecco qua! Che fatica! Li abbiamo trasportati al mitico isolato C! Qui c’è l’ultima grande insidia: Rossmann! Qualcuno sentirà un impulso irrefrenabile ad entrare: si ricorderà improvvisamente di aver finito lo shampoo.

Sibylle: Vi seichas ychastviete v parade vo imya prezidenta! Vi kupite shampun’ pozje!

Ludmylle: Non capiscono il russo.

Sibylle: Stai marciando in parata per il Presidente! Lo shampoo lo compri dopo!

Ludmylle: [canta]

Heimat o Heimat, wie bist du doch so schön,

Liegst du zu unseren Füssen;

Wenn wir voll Staunen durch deine Fluren gehen

Will jeder Schritt dich begrüssen

( Patria, o patria, come sei bella,

Tu giaci ai nostri piedi

Quando andiamo pieni di ammirazione per le tue strade

Ti saluterà ogni nostro passo )

Vedono finalmente l’elegante architettura, la Karl-Marx Buchhandlung, la libreria e poi avranno una sete da matti, a furia di cantare.

Adesso li facciamo entrare finalmente al Café Sibylle.

Sibylle: Pieno di turisti. In tutte le guide è nominato. E’ un locale speciale per via della mostra sulla costruzione della Stalin Allee. Quanto al cibo, ragazzi, siamo a Berlino Est. Le guide dicono che ci sono le torte. E’ vero, ci sono le torte. Ma il turista si crede così di essere a Vienna o a Salisburgo, che pure sono ad Est, ma di un’altra cosa. Sorry, do you have sachertorte, strudel di mele, foresta nera…Diversi maniaci chiedono il latte di soia e una torta vegana. Ma che cosa ha poi una torta vegana? E poi dicono a noi che siamo di un altro pianeta!

Ludmylle: E i baristi, sconvolti: non ce l’abbiamo, non ce l’abbiamo, non ce l’abbiamo…e tutto il giorno si sfiniscono così.

Sibylle: Latte di soia. Droga e decadenza! Vergogna! Dopare le povere mucche con la soia! E solo per dare al latte il gusto decadente della soia. Drogati! Pervertiti! Noi amiamo le nostre mucche!

Ludmylle: Adesso che si sono rifocillati e sono andati al bagno escono dal locale e con quattro passi sono già arrivati dove c’era la Deutsche Sporthalle dall’altro lato della strada, a nord, mentre sul nostro lato c’era la Statua di Stalin. Ora ci sono palazzi nuovi sia a nord che a sud. Un minuto di silenzio. E parliamo della Deutsche Sporthalle.

Sibylle: Ancora? Fissata con  la palestra!

Ludmylle: Quando un mito scompare prematuramente, la sua assenza diventa molto presente.

Sibylle: La nostra James Dean.

Ludmylle: Vita breve, ma intensa. Come era bella! Statue, eleganti colonne ioniche sormontate da un  grande fregio con rilievi di gesti sportivi! Il sogno della Grecia antica! Se non fosse stato per quella maledetta fretta nel costruirla!

Sibylle:Ora li facciamo scivolare velocemente verso l’ultimo tratto fino a Strausbergerplatz, sempre cantando il ritornello.

[canta]

Pioniere, voran lasst uns vorwärts gehen!

Pioniere, stimmt an, lasst die Fahnen wehen!

Unsre Strasse, sie führt in das Morgenlicht hinein;

Wir sind stolz Pioniere zu sein!

( Pionieri, avanti, andiamo avanti!

Pionieri, intonate il canto, fate scuotere le vostre bandiere al vento

La nostra strada conduce alla luce di un nuovo giorno

Siamo fieri di essere pionieri! )

Ludmylle: Strausbergerplatz! Meta!

Sibylle: Eh, no! Proprio ora dobbiamo evitare che prendano la U5! Dobbiamo spingerli oltre la piazza. Dobbiamo dir loro che l’essenza della nostra Repubblica è lì, da Strausbergerplatz ad Alexanderplatz!

Ludmylle: Ma essenza di che! C’è solo uno spazio sconfinato di una strada che è troppo larga per essere una strada, troppo insignificante per essere una piazza, casermoni  spaventosi, un freddo boia o un caldo estremo e nessun riparo.

Sibylle: Appunto.

Ludmylle: Sì, ma non colgono.

Sibylle: Colgono, colgono.

Ludmylle: Non colgono. Vorranno infilarsi il prima possibile  nella U-Bahn a Schillingstraße.

Sibylle: Fuggiaschi! E noi glielo impediremo! Diremo che non possono mollare proprio ora! Che devono farlo per la nostra Repubblica!

Ludmylle: Sì, e loro sai che ti rispondono?

Sibylle:: E noi diremo loro che hanno perso l’occasione di capire cosa significhi marciare ed obbedire. E proprio ad un passo dalla meta! Peccato! E comunque diremo anche che nessuno ha intenzione di murare la stazione della U-Bahn di Schillingstraße, giusto?

Ludmylle: Giusto! Nessuno ha intenzione di murare la stazione della U-Bahn di Schillingstraße.

Ma proprio a noi dovevano chiederla ‘sta guida sulla Karl-Marx Allee?

Sibylle: E’ un onore, Ludmylle, ed una grande occasione per andare loro incontro, per camminare insieme.

Ludmylle: E tu lo sai dove stanno andando?…Dicono che trainano tutti, ma tu hai capito dove?

Sibylle: Trainare?

Ludmylle: Sì, cioè  dicono di essere di esempio, virtuosi, principi…

Sibylle: Principi?

Ludmylle: Sì.  E’ per quello che si stanno ricostruendo il Castello! Per raccontarci questa storia. Noi abbiamo distrutto il Castello come simbolo dell’Assolutismo Prussiano e lì vi abbiamo costruito il Palast der Republik. Ora loro ci hanno buttato giù il Palast der Republik, con la scusa che era brutto e si rifanno il Castello. Helter-Skelter! Un gioco da ragazzi.

Sibylle: Questo gioco ci costa 500 milioni di euro, decina di milioni più, decina di milioni meno!

Ludmylle: I sogni non hanno prezzo! Possono così finalmente credere che il il Regno di Brandeburgo sia sempre stato tale, che la Repubblica, il Nazismo ed il Socialismo siano stati solo un incubo temporaneo e che finalmente saremo tutti in ordine sotto una speciale Monarchia.

Sibylle: Una speciale Monarchia?

Ludmylle: Certo, la Vergine Monarchia, un nuovo modello politico, caro all’ antico spirito filosofico tedesco della purezza. Vuoi che costruiscano un castello, altrimenti senza motivo? Come i bambini che costruiscono i castelli di sabbia? Per cantare semplicemente “ Oh, che bel castello marcondirondirondero, oh che bel castello marcondirondirondà ? “ Come se noi avessimo costruito la Stalin Allee, così,  per divertimento.

Nel castello abiterà il nostro futuro monarcavergine del RVT, Regno Vergine Tedesco!

Sibylle: Mi stai prendendo in giro.

Ludmylle: Chi vivrà vedrà.

Sibylle: Mi è passata la fame. Non telefono per i modellini, allora. Li facciamo marciare domani.

Ludmylle: Sì, ma chiama per le zuppe di lenticchie e le birre, però.

 

Ore 18.24 telefonata al Café Sibylle [ omissis]

Ore 19.07 consegna della cena [ omissis]

Vedere File Nr. 17.851 Café Sibylle. Archivio di Sicurezza.

 

Ripresa registrazione ore 21.18

 

Sibylle: Ludmylle?

Ludmylle: Sibylle è stata una giornata dura: dormi! Domani vengono i Wessis ad intervistarci per la guida.

Sibylle: Sì, solo un’ultima cosa.

Ludmylle: Sbrigati!

Sibylle:: Ma se viene la Vergine Monarchia noi cosa siamo?

Ludmylle: Siamo come le Due Torri del Signore degli anelli.

Sibylle: Cioè?

Ludmylle: Cioè non si sa. Adesso dormi!

Sibylle: E’ possibile che ci distruggano?

Ludmylle: Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Dormi!

Sibylle: Un’ ultimissima cosa. E secondo te come ci trasformano?

Ludmylle: A me in Principessa Immacolata e a te in rospo, adesso dormi!

Sibylle: E perché?

Ludmylle: Sto dormendo. Non rispondo.

Sibylle: E dai, giuro che non parlo più.

Ludmylle: Perché tu sei socialista ed io controrivoluzionaria. Buonanotte.

Sibylle: Notte.

Sibylle: Ludmylle?… Tu non sei controrivoluzionaria.

Ludmylle: Domani è un altro giorno. Dormi!

Sibylle: [canta]

Wirst du Deutschlands neues Leben,

Und die Sonne schön wie nie

über Deutsch-land scheint !

( Sarai la nuova vita della Germania

E il sole splende su di lei 

Bello come non mai! )

Ludmylle: [canta]

Über Deutsch-land scheint!

( Splende su di lei )

Sibylle: Notte.

Ludmylle: Notte.

 

Fine registrazione: ore 21.34

Frankfurter Tor, Berlino, 28 gennaio 2013, ore 07.49

Registrazione nr. 8753

 

Sibylle: Juten Tag  Ludmylle! Oggi è il giorno!

Ludmylle: Juten Tag Sibylle! Oh no!

Sibylle: Sai cosa è stato il bello di ieri?

Ludmylle: Che il passato è comunque sempre meglio del presente perché eravamo  più giovani ?

Sibylle: Smettila: sta arrivando la troupe! Il bello di ieri è stato che abbiamo potuto parlare fra noi liberamente, senza che nessuno ascoltasse e giudicasse quello che stavamo dicendo. Ai nostri tempi non sarebbe stato possibile. Ci saremmo ritrovate tutti i dialoghi più assurdi e privati riportati meticolosamente come se fossero state un’ importante pièce di teatro. Stavano sempre ad ascoltarci e a registrare ogni nostro sospiro.

Ti immagini ritrovarti per iscritto tutti i tuoi deliri di ieri? Da Humana, al reparto banane del KaDeWe, ai miti fondatori della DDR, a Barba a Punta, a Pippi Calzelunghe, ai Bavaresi, all’amaro Unicum, alla Vergine Monarchia...Pensa se Berlino Ovest scoprisse che abbiamo chiamato i loro visitatori disney-turisti, drogati, pervertiti!

Ludmylle: Altro che conservarci come Patrimonio dell’umanità! Quelli ci avvelenerebbero lentamente con l’ arsenico per poi dire: Uh che strano: sono scomparse le cupole della Frankfurter Tor! Saranno andate con lo Sputnik un attimo in visita su Marte, ambasciatrici della DDR nello Spazio. Aspettiamo con ansia che tornino per festeggiarle degnamente come Patrimonio dell’Umanità! Mi sembra già di sentirli.

Sibylle: Ieri abbiamo un po’ ripassato la Storia in libertà. Oggi si recita per  questa guida turistica sul nostro viale. Che stress! Ne hanno già fatte trecento! Diciamo solo quattro cose, mi raccomando, così se ne vanno presto e non abbiamo problemi. Tu lascia parlare me. E non cantare per nessun motivo.

Ludmylle: [canta]

Denn es muss uns doch gelingen

Dass die Sonne schön wie nie

Über Deutschland scheint

Über Deutschland scheint!

(  Infatti deve riuscirci 

che il sole più bello che mai

splenda sulla Germania

splenda sulla Germania! )

 

Fine registrazione ore 07.56

( La traduzione dell’Inno della Repubblica Democratica Tedesca, dei canti dei Pionieri e della Libera Gioventù tedesca sono a cura di Lorenzo Rossi )

6 anni fa