L’Estremo Oriente 

Raffaela Rondini
Szczecin

L’Estremo Oriente è un mito che attiva tutta una serie di suggestioni fantastiche: Marco Polo alla Corte del Gran Khan, dragoni dai colori sgargianti, un Buddha che se la ride, una lingua incomprensibile e gusti decisamente diversi.

L’Oriente è tanto bello in quanto simbolo di ciò che non siamo ed interessante in quanto la nostra curiosa natura umana ci spinge ad esplorare cose nuove, ma anche inquietante proprio perché diverso.

L’aggettivo italiano levantino, sinonimo di orientale nasconde ad esempio anche il significato di spregiudicato, infido, furbo e veniva perlopiù attribuito agli scaltri mercanti dell’est che erano sicuramente più esperti nel commercio di quanto non lo fossero i giovani ed ingenui popoli occidentali.

Se pensiamo che la Terra è tonda allora potremmo anche decisamente affermare che essa è anche infinitamente orientale con ogni singolo popolo del pianeta in balia di uno scomodo vicino levantino e levantino esso stesso rispetto ad un popolo più ad occidente si esso.

All’interno di una stessa nazione potremmo andare a cercare regioni ad Est di altre, città ed addirittura quartieri orientali, riviere di levante e chi più ne ha più ne metta con un ardore ed una fobia sempre crescenti.

Nella Germania da tempo unificata potrebbero resistere per esempio ancora un numero inquietante ed imprecisato di Est fino ad arrivare al terribile sospetto che la stessa Germania Est non sia mai del tutto perita.

L’Estremo Oriente della Germania è senza dubbio la Polonia.

Szczecin

Rispetto a Marco Polo in Cina abbiamo oggi la comodità di un Flixbus e non poche altre amenità, ma il concetto è un po’ quello: ad un’oretta di bosco dalla capitale tedesca si incontra su una radura asfaltata l’ultima macchina della Polizei e la prima gemella della Policja e ci si sente improvvisamente alla fine del mondo.

Niente più fucili spianati, perquisizioni e interrogatori, niente più orrori dell’ultima guerra eppure la giovane aquila tedesca e la vecchia aquila polacca non sono ancora completamente affiatate.

Non possiamo e non dobbiamo dimenticare tutto ciò che è successo, ma sarebbe anche bello e necessario guardare con più entusiasmo ad un futuro radioso, ma come?

Tedesco si dice in polacco da sempre Niemec, parola che inizia già con la negazione nie e che tutta insieme significa colui che non parla. E la Germania, Niemcy, la terra di coloro che non parlano.

Come inizio di dialogo non è il massimo, ma è la verità.

Interesse di massa per la lingua polacca fino ad oggi in Germania non si è visto, mentre anziani polacchi che masticano ancora amaramente il tedesco se ne trovano ancora, ma poco entusiasti.

Chi sia oggi la nostra vicina e strapazzata Polonia è difficile a dirsi, ma sospettiamo che si trovi in uno dei suoi periodi di transizione e non ci stupiamo neanche troppo perché la storia di questo paese è fatta di colpi di scena incredibili, incidenti e ribaltamenti di ogni sorta, ridimensionamenti territoriali ed addirittura eclissi totale dal 1795 al 1918, con la scomparsa completa dalla carta geografica, mentre il popolo ha resistito sempre forte e coraggioso.

La Polonia quindi prima ancora che uno stato è un popolo, eroico, senza dubbi, ma che come tutti gli eroi propende per un destino tragico ed è forse proprio questo il suo fascino.

Come si fa a non amare della gente che come inno canta ancora un’allegra marcia risorgimentale che si intitola la Polonia non è ancora persa?

Già solo per questo motivo verrebbe la curiosità di andare a vedere cosa facciano i nostri vicini che ancora non sono emigrati, come vivano, cosa si raccontino per che cosa ridano e per cosa si disperino.

Scopriremmo forse una lingua a noi difficile quasi come il cinese che mette a dura prova la nostra esigenza di compiutezza e perfezione, ma ci lasceremmo sicuramente anche un po’ andare all’incredibile arte slava dell’improvvisazione ed alla tenace voglia di vivere, saremmo forse accolti con gentilezza e e avremmo di sicuro qualcosa da imparare.

Filharmonia Szczecin

 

Bibliografia

Steffen Möller, Viva Polonia, Piper, München 2018

Radek Knapp, Gebrauchsanweisung für Polen, Piper, München 2107

Gerhard Gauck, Polen Verstehen, Klett-Cotta, Stuttgart 2018

Libreria Polacca di Berlino, Buchbund, Sanderstrasse, 8, 12047 Berlin

Babbel, Corso di Polacco online, 2019

6 anni fa