Arriviamo alla fermata della U-Bahn Nollendorfplatz e cavalchiamo a grandi falcate il tratto della Maasenstraße, ricco di un misto di odori di tipico cibo economico berlinese da portar via. Pizza, kebab, salsicce, scatole cinesi e vegano mediorientale ci accompagnano fino al mercato.
Entriamo per la porta delle arance, che non è un monumento, ma una cortina odorosa proveniente dall’attivo banco delle spremute che ci porta per un secondo dritti in Sicilia.
Pieghiamo a sinistra attratti dai colori dei fiori e speriamo che le rose profumino. Le rose profumate sono in realtà ormai rare, ma i giacinti rosa, viola, gialli e bianchi emanano tutti note dolci di diversa gradazione.
Arriviamo subito alla bancarella degli olii aromatici e degli incensi con i tipici fumi di carboni bruciati sui quali si sciolgono pungenti fragranze himalayane.
Più tenaci dei fumi dell’Himalaya sono i robusti formaggi. Chissà per quanto tempo rimarranno impregnate le sciarpe del vicino banchetto di questi aromi.
L’artigiano del cuoio sta fra due banchi del pesce e di fronte a quello del pane arrostito col burro e formaggio naturali, uno dei massimi carichi olfattivi dell’intera piazza.
A contrastare queste forze della natura troviamo per fortuna un arrotino con la sua fiamma ossidrica ed il suo asciutto fumo di ferro bruciato.
Le olive sono aromatiche e le pelli di pecora non trattate pare facciano un gran bene alla salute, e però sanno di ovile. In pochi metri quadri sembra di essere in Grecia ed infatti arriva anche, puntuale, un delicato fumo di pesce arrosto.
Siamo arrivati alla fine della intensa fila di sinistra e ci portiamo ora a destra verso il centro della piazza.
Finalmente inizia il fresco dell’insalata, scalzato prontamente dai Börek turchi, quelle sfoglie ripiene di formaggio fresco acidulo e spinaci o carne. L’odore si fa di nuovo pungente e dalle teglie emanano vapori di peperoni e melanzane. Il medioriente cede però subito il passo alle naturalissime candele di cera ed al miele che riescono a ritagliarsi una germanica odorosa autonomia.
Proprio a fianco del miele c’è una bancarella del cuoio: portafogli, borse, portachiavi ed i più significativi dal punto di vista aromatico sono i lunghissimi lacci delle scarpe appesi a grappolo.
Ancora cuoio: questa volta guanti e sembra di essere a Firenze.
Di fronte ai guanti troviamo la più fresca fragranza del mercato: mele, patate e prezzemolo locali.
Le mele hanno veramente carattere: si affermano profumatissime e delicatissime sopra ogni cosa, il prezzemolo rende loro omaggio e le patate confermano che di terra fresca e leggera si tratta. Complimenti: un trio veramente affiatato. Accanto al prezioso banco ce ne sono altri di contadini e gli odori restano in queste nitide note fresche e delicate. Siamo sotto la Matthiaskirche, una delle poche chiese cattoliche di Berlino. Entriamo. Se chiudiamo gli occhi siamo a Roma. C’è quel profumo caldo di candele accese ed un delicato ricordo di incenso. Il fonte battesimale è asciutto, ma l’acqua benedetta che era lì ha lasciato la sua essenza. E’ veramente impressionante ritrovare così lontano dal Vaticano un’impronta olfattiva tanto precisa. Ecco cosa vuol dire chiesa cattolica, chiesa universale: un marchio di fabbrica perfetto, il franchising meglio riuscito dell’umanità.
Dietro alla chiesa cattolica abbiamo il più grande banco buddista di tutto il mercato. Qui gli odori di incensi sono più robusti di quelli della chiesa.
Ora torniamo verso la U-Bahn percorrendo l’estremità destra del mercato dove ci sono i grandi banchi di frutta dei commercianti turchi. Qui la merce non è di stagione ed è tutta di importazione e si sentono le fragranze esotiche di meloni, papaia, mango, avocado e fragole.
Un momento odoroso solenne è quello delle note caramellate della frutta secca turca: ananas, albicocche, prugne, fichi, uva passa, persino melone arrivano dritti al cervello e danno un’immediata sensazione di benessere. Forse ci riportano a zuccherati ricordi infantili.
Le noccioline di ogni categoria fanno da sentinella alla frutta secca e difendono questo eden olfattivo.
Le piantine che vorrebbero essere aromatiche in realtà non riescono ad emergere rispetto al vicino possente fumo del Bratwurst della Turingia che domina sovrano accompagnato dalla inseparabile gagliarda senape.
Un camion vende solo patate tedesche di almeno una decina di qualità e qui ritroviamo il fresco odore della terra e tanta gente in fila.
La bandiera ortofrutticola tedesca, il simbolo agricolo di unità nazionale è sempre un mazzo di Suppengrün, cioè di ortaggi per il brodo, fisso nella sua composizione: prezzemolo, carota, porro e rapa. Gli stranieri lo guardano tutti con sufficienza. Il vero tedesco lo si riconosce qui: dall’affetto che tributa al Suppengrün.
Arriviamo al banco del falegname che lavora legno di acero e di tiglio per ricavarne scodelle e taglieri per la cucina. Una bella sorpresa è ricevere la carezza aromatica di una scodella di dolce legno di tiglio. Portandola a casa avremo a lungo la sensazione di passeggiare nel viale Unter den Linden, ammesso che questo sia al momento un ricordo piacevole. L’incantevole viale sta subendo da mesi uno sbudellamento a cielo aperto da parte di enormi mostri scavatori che dovrebbero trasformarlo per sempre. Per i berlinesi Unter den Linden rappresenta ora un incubo. Chi viaggiava sulla U6 ha dovuto per mesi forzatamente uscire dalla U-Bahn fra le stazioni di Friedrichstraße e Französische Straße ed affrontare il Viale dei Tigli sventrato; chi ci passa col bus deve cambiare corsia; chi corre in bici deve fare lo slalom fra turisti ed impalcature e chi ci sta passeggiando ha un senso di sconcerto. Una scodella di dolce legno di tiglio, a pensarci bene, forse ci rovina la giornata.
Ci troviamo ora sotto il pittoresco ombrellino turco bianco a frange e ricami d’oro con due originali vestiti da Mille e una Notte che ci offrono un tè turco ed un incredibile caffè aromatico fatto sobbollire con lo zucchero nella tazzina messa direttamente sui carboni e che ci porta dritti dritti col profumo, e più ancora col suo retrogusto dolce e speziato in Persia.
Altro profumo emanano i turchi dei centrifugati di mela, carota, pompelmo e arancia: il profumo della salute e dell’ottimismo, il profumo che ci promette che non ci ossideremo mai.
Con questa buona speranza lasciamo il mercato, non prima che ci vengano lucidate le scarpe con della pura, profumatissima cera d’api vergine: il miglior regalo che le nostre scarpe abbiano mai ricevuto. Usciamo da dove siamo entrati, dalla porta delle arance, ma siamo diversi da prima. Questi odori ci hanno portato in paesi e ricordi lontani. Torniamo alla U-Bahn ed andiamo ora alla vicina Wittenbergplatz. Il mercato qui c’è il martedì, il giovedì ed il venerdì, ma oggi è sabato e noi siamo venuti per visitare il celeberrimo KaDeWe, ovvero la Kaufhaus Des Westens, il Grande Magazzino dell’Ovest, anno di nascita 1907.